
Agenzia delle Entrate: ok alla detrazione sulla parte eccedente il contributo per la ricostruzione post-sisma
Bonus ristrutturazioni e contributo alla ricostruzione, il caso
Il proprietario di una unità immobiliare, danneggiata dal sisma del 2016 e dichiarata inutilizzabile, aveva intenzione di demolirla e ricostruirla con stessa volumetria ma sagoma diversa, rispettando le normative antisismiche, energetiche e di accessibilità.
Per l’intervento, il Comune avrebbe rilasciato l’autorizzazione per la realizzazione di una nuova costruzione ai sensi dell’articolo 3, comma 1 lettera e) del Testo Unico dell’edilizia (Dpr 380/2001). Dal momento che l’immobile sorgeva in una zona paesaggisticamente vincolata, i lavori non potevano qualificarsi come ristrutturazione edilizia.
Il proprietario si è quindi rivolto all’Agenzia delle Entrate per sapere se potesse usufruire il Bonus ristrutturazioni sulla parte eccedente il contributo per la ricostruzione post-sisma.
Bonus ristrutturazioni e ricostruzione, non conta il titolo abilitativo
L’Agenzia ha ricordato che, in base all’articolo 16-bis, del Testo Unico delle Imposte sui redditi (Dpr 917/1986), che regola il funzionamento del Bonus ristrutturazioni, l’agevolazione è riconosciuta agli interventi di ricostruzione e ripristino di un immobile danneggiato da eventi calamitosi anche se tali interventi non si qualificano come manutenzione ordinaria, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo e ristrutturazione edilizia.
La condizione per ottenere il bonus, ha concluso l’Agenzia, non è il titolo abilitativo e la qualificazione dell’intervento, ma la circostanza che gli interventi vengano realizzati su un immobile danneggiato e che sia stato dichiarato lo stato di emergenza.