
Tra gli emendamenti al ddl Sostegni c’è anche la richiesta di proroga al 2023 ma nel PNRR non ci sono risorse sufficienti
Superbonus, la proroga al 2023 e lo scoglio del PNRR
Una delle richieste, avanzata da quasi tutte le forze politiche, riguarda la proroga del Superbonus al 31 dicembre 2023, o addirittura al 2024. In questo modo, imprese e professionisti potrebbero operare in un contesto di maggiore certezza e i condomìni avrebbero più tempo per deliberare gli interventi. Le risorse per finanziare la proroga dovevano essere previste dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Nel documento che il Governo sta per portare in Consiglio dei Ministri per poi essere presentato all’Unione Europea, però, non ci sono i fondi necessari e, nella migliore delle ipotesi, si arriverà a fine 2022.
Superbonus per alberghi, capannoni e studi professionali
Molto sentita anche l’esigenza di ampliare la platea dei beneficiari della detrazione. Gli emendamenti presentati chiedono di includere anche gli immobili destinati all’esercizio dell’attività di impresa, arti e professioni e, più in generale, gli immobili in qualsiasi categoria catastale e con ogni destinazione d’uso. Per i capannoni e gli edifici non suddivisi in unità immobiliari, è stato proposto di calcolare la detrazione su un parametro complessivo pari a 25mila euro per ogni 300 metri cubi. Proposta anche l’estensione del Superbonus per le strutture alberghiere e ricettive, gli agriturismi, gli stabilimenti termali, campeggi, case vacanza e bed&breakfast. C’è inoltre chi propone l’inclusione degli immobili diruti privi dell’impianto di riscaldamento. Al momento, lo ricordiamo, questa tipologia di edifici non può ottenere le detrazioni per gli interventi di efficientamento energetico.
Superbonus, nuovi interventi agevolati
Alcuni emendamenti propongono l’estensione degli interventi che possono beneficiare della detrazione. È stato ad esempio proposto, per gli edifici con un’elevata superficie finestrata, di riconoscere il Superbonus agli interventi che raggiungono un’incidenza inferiore al 25% della superficie disperdente lorda qualora realizzati contestualmente alla sostituzione di infissi con un’incidenza superiore al 25% della superficie finestrata dell’intero edificio, a condizione che si raggiunga un valore di trasmittanza minore o pari ai valori riportati nella Tabella 1 dell’Allegato E del DM 6 agosto 2020. Chiesta l’estensione degli interventi trainati, che potrebbero includere l’installazione di impianti di ventilazione meccanica, di impianti per il recupero dell’acqua, la bonifica dell’amianto, la sistemazione a verde, l’installazione di posteggi per biciclette (no rastrelliere). È stata infine proposta l’agevolazione per le diagnosi energetiche e sismiche non seguite dai lavori. Come già accaduto, è probabile che anche questa volta la richiesta non sarà presa in considerazione dal momento che l’obiettivo delle detrazioni è quello di stimolare interventi che portino a un effettivo miglioramento delle prestazioni energetiche o della sicurezza antisismica.
Superbonus e pratiche edilizie semplificate
Le proposte di modifica vertono anche sulla semplificazione delle procedure. È stato chiesto che le asseverazioni dei professionisti sugli immobili siano limitate all’indicazione del titolo abilitativo che ne ha previsto la costruzione o del titolo rilasciato in sanatoria. Proposta anche l’estensione del Superbonus per tutti gli immobili interessati da procedure di sanatoria in corso e di non considerare le irregolarità presenti su verande, ringhiere o schermature in quanto elementi secondari della costruzione. In caso di difformità tra il progetto originario e lo stato di fatto a causa della mancata presentazione delle varianti al progetto originario e nel caso di unità immobiliari difformi dal progetto, è stato proposto di poter sanare la non conformità con una CILA in sanatoria fino ad un massimo del 20% della superficie della singola unità immobiliare.